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Due mesi di lockdown: Italiani tra social e nuove abitudini di consumo

27 aprile 2020

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Negli ultimi due mesi, gli Italiani (e non solo) si sono trovati ad affrontare la pandemia da Coronavirus vivendo una situazione totalmente nuova e sconosciuta, che ha portato tutti noi ad adattarci a nuove abitudini e a scoprire nuove routine e attività (come la panificazione o la beauty routine, ad esempio)

Il DPCM del 26 aprile non ha ancora autorizzato il forte allentamento delle misure restrittive che molti auspicavano, e continueremo con questa “nuova normalità” ancora per parecchio tempo.

I social sono diventanti ancora di più il luogo dove gli Italiani fanno sentire la propria voce: dal 24 febbraio al 19 aprile, Blogmeter ha raccolto 48,2 milioni di conversazioni e 835,7 milioni di interazioni sul tema Coronavirus.

Si tratta di un’incredibile mole di dati, una vera e propria miniera d’oro di insights relativi alle nuove abitudini e ai nuovi bisogni e preferenze degli Italiani che è importante analizzare e interpretare correttamente. Cosa possiamo capire dalle conversazioni degli Italiani sui social? Quali sono le nostre nuove abitudini di consumo?


Mai più senza social

I social, che anche prima del lockdown erano parte integrante nella nostra vita, ricoprono il ruolo di compagni fondamentali nella nostra quotidianità: Facebook, Instagram, Twitter e YouTube sono stati, come mai prima d’ora, fonte di informazione, strumenti per restare in contatto con familiari, amici, colleghi, e luoghi dove trovare spunti per passare in maniera nuova, creativa e costruttiva il tempo ritrovato.

Le conversazioni giornaliere sono davvero notevoli: 860 mila total messages, in media.

 

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Facebook e Instagram sono le fonti più utilizzate

Parlando dei “luoghi social” (le cosiddette fonti) in cui avvengono le conversazioni, Facebook è sul primo gradino del podio, ospitando quasi il 51% delle conversazioni totali. Si va su Facebook prevalentemente per commentare notizie di cronaca o di politica ed esprimere le proprie opinioni.

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Se osserviamo l’engagement, la situazione si ribalta: Instagram diventa la prima fonte, seguito da YouTube che, grazie alle visualizzazioni di video dedicati alle news, ottiene quasi il 30% delle interazioni totali.

 

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Analizzando il dettaglio delle fonti che generano il maggior coinvolgimento, troviamo soprattutto pagine Facebook di news nazionali e locali (Fanpage.it, La Repubblica, Tgcom24) e giornalisti (Enrico Mentana), seguiti dalle pagine di leader e partiti politici.

 

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Instagram, invece, è il social preferito per veicolare il messaggio “visivo”, dove gli Italiani pubblicano foto e video per mostrare come stanno trascorrendo il tempo in quarantena. Per quanto riguarda gli autori più coinvolgenti su Instagram, emerge con maggior forza la dimensione di intrattenimento di questo social: oltre ai canali di news, molto attivi, compaiono diversi profili comici, come @tmlplanet, @gliautogol e influencer e social icon come @vallibeatrice e @barbaracarmelitadurso.

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Come sono cambiate le abitudini degli italiani?

Il periodo del lockdown ha condotto a un profondo mutamento delle abitudini degli italiani, rappresentando una scossa nella normalità, forzando tutti a uscire dal nostro status quo e portandoci a fronteggiare una discontinuità nelle nostre abitudini e a trovare nuove consuetudini.

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Tre sono i comportamenti che si verificano quando lo status quo viene interrotto, in questo caso in maniera traumatica e universale:

  • Si trovano nuove soluzioni ai soliti bisogni: se prima mi recavo all’Esselunga o alla Coop a fare la spesa, la ordino online con consegna a domicilio; acquisto i miei vini preferiti su uno store online specializzato, come Tannico

  • Si prova qualcosa di nuovo: sia grazie al tempo ritrovato sia per un bisogno di gratificazione, provo a fare la pizza fatta in casa, compro l’occorrente per gli aperitivi casalinghi o mi tingo da sola i capelli di un colore appariscente

  • Si sperimentano nuove soluzioni che diventano abitudini: la spesa a casa è talmente comoda che usufruirò di questo servizio anche quando torneremo ad uscire, oppure ho scoperto che il sapore del pane fatto in casa è talmente buono da continuare con l’autoproduzione anche nei prossimi mesi.

Diventa quindi indispensabile per le aziende monitorare questi nuovi bisogni e abitudini dei consumatori per mettere in atto le strategie migliori per entrare in contatto con la “nuova normalità” degli italiani.

 

Nuove soluzioni che diventeranno abitudini: la consegna a domicilio

Che la consegna a domicilio sia davvero il nuovo trend risulta evidente sui social, dove genera quasi il doppio delle conversazioni rispetto a quelle che riguardano gli acquisti online (98,86K vs 46,28K).

Tra gli hashtag più menzionati nella word cloud (oltre a termini relativi alla speranza, come #andratuttobene e #celafaremo) troviamo #consegnaadomicilio, passato da essere una comodità e un lusso (prima del lockdown) a un servizio indispensabile per molti italiani e una soluzione per i ristoratori, negozi di prossimità ed esercizi commerciali costretti a chiudere al pubblico.

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Sono svariate le nuove soluzioni nate per permettere il proseguimento delle attività nel rispetto delle norme di distanziamento e nella massima tutela dei lavoratori.

Ne sono un esempio le piattaforme “comprodacasa”, “iorestoacasa.delivery” o il nuovo servizio “Consegna e ritira” di Satispay, che consente ai negozianti iscritti di ricevere gli ordini e concludere le transazioni direttamente tramite l’app.

I social mostrano anche come diverse amministrazioni locali si siano attivate per supportare le attività commerciali e agevolare la vita dei cittadini, promuovendo o condividendo le liste degli esercizi che offrono il servizio di consegna a domicilio.

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L’analisi è stata effettuata utilizzando il modulo Social Listening della Blogmeter Suite. Sono state analizzate le conversazioni provenienti da fonti quali: Facebook, Instagram, Twitter, YouTube, Blog, siti di News, Forum, nel periodo dal 9 marzo al 15 aprile 2020, e che contenessero il termine coronavirus (nelle sue diverse declinazioni: COVID19, “corona virus", ecc). Tramite la clusterizzazione dei topic, inoltre, sono analizzate le conversazioni relative a termini legati a alla consegna a domicilio. Non è stato possibile monitorare su Instagram gli hashtag #coronavirus, #covid19 e #covid perché la stessa piattaforma blocca i contenuti contenenti questi hashtag e mostra al loro posto un disclaimer del Ministero della Salute Italiana.

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