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Google Knol: abbiamo tutti un conflitto di interessi, perché negarlo?

18 dicembre 2007

La nascita di di Knol ha fatto scalpore.

Knol, annuciato il 12 dicembre sul blog ufficiale di Google, è un servizio di condivisione della conoscenza (pare che "knol" stia per "knowledge") in cui, sotto l'egida di BigG, gli utenti possono creare e condividere informazioni. Un po' come Wikipedia, ma integrata nella piattaforma Google, compresi AdSense e revenue sharing tra Google e chi scrive gli articoli.

Tra gli altri, Techcrunch ci è rimasto male. Nel post di venerdì Duncan Riley si chiede se il nostro motore di ricerca preferito non ha fatto, questa volta, il passo troppo lungo. L'argomento è un classico esempio di argomento da conflitto di interessi: se Google pubblica contenuti user generated e poi li indicizza, fatalmente darà loro una notevole rilevanza. In questa maniera Google cessa di essere una parte terza dedicata a fornire risultati della migliore qualità possibile, e diventa anche lui un fornitore di contenuti. E' chiaro che se il principale punto di accesso a tutti i contenuti online (ad oggi Google controlla il 65% delle ricerche negli Stati Uniti) diventa a sua volta un creatore di contenuti, qualche interrogativo è lecito porselo. Questo è vero per tutti i tipi di contenuti, non soltanto per articoli di tipo "enciclopedico".

Tuttavia l'argomento di Techcrunch mi sembra un po' fragile. Da una parte non vedo come si possa chiedere a Google di non entrare in certi mercati (quando per esempio Yahoo e MSN lo fanno da un po'), dall'altro non si vede perché Google dovrebbe peggiorare la search experience dei suoi utenti soltanto per portare traffico a Knol e portarlo via da Wikipedia.

Come al solito, quando si muove Google, tutti quanti se ne accorgono. Chissà cosa succederà il giorno in cui annunceranno di avere ottenuto una vera intelligenza artficiale (Larry Page lo aveva quasi fatto, in effetti) ...


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