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Google e AOL a favore dell'opt-out al targeted advertising

23 aprile 2008

Oggi parliamo ancora di problemi di privacy legati al web. Gli avvocati di Google e di AOL, spinti dalle continue proteste dei gruppi di pressione verso le nuove forme di targeting online, hanno proposto una tecnologia di opt-out in modo che gli utenti del web possano decidere se non vogliono essere tracciati.

Attualmente il Network Advertising Initiative permette agli utenti di non ricevere pubblicità "personalizzata" da parte dei dodici maggiori network pubblicitari online, tra i quali anche  DoubleClick, Yahoo e Microsoft.

Il sistema di opt-out proposto da Google e AOL usa un cookie per comunicare ai siti che l'utente non vuole essere tracciato e non vuole ricevere pubblicità personalizzata. Il cookie però può facilmente essere cancellato dagli stessi sistemi di antivirus/antispyware dell'utente.

Questo problema tecnico rende, per ora, di difficile applicazione l'accordo siglato l'autunno scorso tra le associazioni dei consumatori, la Federal Trade Commission e le aziende a proposito della possibilità di scelta  (di non essere tracciati) che deve essere garantita agli utenti. L'accordo ha previsto anche la creazione di un registro, che elenca i domini di tutte le aziende che usano i cookie per tracciare gli utenti, in modo che gli utenti possano scaricare la lista e bloccare quelle aziende che tracciano il loro comportamento di navigazione online.

Second Jane Horvath, Google chief privacy officer, la soluzione per tutelare la privacy degli utenti dovrà derivare dalla tecnologia per permettere la scelta di opt-out. A questo proposito Jules Polonetsky, AOL Chief Privacy Officer, ha spiegato che AOL ha chiesto a Microsoft di configurare Internet Explorer in modo che il browser  permetta di mantenere la scelta di opt-out con il cookie. Microsoft avrebbe voluto mantenere la preferenza di non essere tracciati (anche su computer diversi) solo degli utenti di Windows Live, ma AOL ha richiesto che lo si facesse per tutti gli utenti.

Polonetsky afferma, inoltre, che fare una lista di utenti che non vogliono essere tracciati, non è efficace come nuova soluzione tecnologica. Secondo Marc Rotenberg, direttore dell'Electronic Privacy Information Center, invece, l'autoregolazione del settore non è sufficiente e l'onere di non usare le informazioni degli utenti che hanno scelto di non essere tracciati dovrebbe ricadere sulle aziende e non sui consumatori.
Quindi, come affermato dal commissario dalla FTC Pamela Jones Harbour, nel cercare una soluzione sia legislativa che tecnologica, sarà necessario tener conto sia dei nuovi cambiamenti di business e delle soluzioni tecnologiche disponibili, che le esigenze dei consumatori.


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