Continuamo la nostra cronaca dalla Womma conference.
Per chi fosse interessato la blog-cronaca si può trovare anche sul sito dei nostri amici di Hagakure
E’ partito il WOM Summit con più di 200 partecipanti tra cui come minimo anche 2 italiani: io e Luca di Ogilvy Interactive…ci conosciamo subito perchè casualmente ci sediamo allo stesso tavolo!
Siamo tutti pronti a condividere esperienze e competenze: devo ammettere che la disposizione a tavoli rotondi della conferenza aiuta moltissimo la conversazione e come si dice da queste parti…il networking!
Omaggi: borsa a tracolla (…fashion), libro “Measuring Word of Mouth – Vol. 2” (…molto utile) e un gioco per XBox “Pocket Bike Racer” (…boh, per me quest’ultimo è inspiegabile).
Fa gli onori di casa il Prof. Walter J. Carl (blogga qui), Professore presso il Dipartimento di Comunicazione della Northeastern University e Advisory Board Member per la Word-of-Mouth Marketing Association (WOMMA) che ci illustra il WOMMA Terminology Framework, un metodo standard per discutere e misurare il WOM.
Durante la prima parte della conferenza ho trovato molto interessante la presentazione premiata come “Best Discussion of Lessons Learned” di Ed Keller e Brad Fay, rispettivamente CEO e COO della Keller Fay Group su come sia possibile (anche se complicato) misurare il WOM come un qualsiasi altro mezzo di comunicazione: le conversazioni sono il mezzo, le “brand mentions” durante le conversazioni sono gli “Ads” (..le possiamo contare!) e i listener/receiver sono l’audience (…li possiamo profilare!).
La Keller Fay Group ha un servizio di misurazione che si chiama TalkTrack che è stato lanciato nell’Aprile 2006 e che si basa su un “Diary-assisted reporting of conversations” che copre le 24 ore e su un “Survey Online Continuativo”, bilanciato demograficamente su US Centus (…buono per l’America)…qualche numero: 700 dichiaranti per settimana e 3000 per mese, 8000 “brand mentons” per settimana e 36000 per mese!”
Ora vado in pausa....a dopo